A supporto di un riequilibrio del turismo europeo
La pandemia ha avuto un impatto devastante su tutti e su tutto, incluso il turismo. Gli effetti si sono fatti sentire specialmente in Europa, dove nel 2019 sono stati registrati oltre 745 milioni di visitatori, cioè più della metà degli arrivi turistici internazionali.
Grazie alle vaccinazioni si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. All’inizio del mese, il presidente della Commissione europea ha dichiarato al New York Times che i turisti americani vaccinati con tutta probabilità potranno trascorrere le vacanze estive in Europa, e che si sta facendo il possibile per sostenere i viaggi transfrontalieri all’interno dell’UE.
Prima che il turismo riprenda a pieno regime in Europa, desideriamo cogliere quest’opportunità unica per collaborare con le comunità di tutta l’area geografica al fine di riequilibrare il turismo e assicurare che la ripresa dei viaggi sia sicura, sostenibile e vantaggiosa per tutti. Vogliamo fare in modo che sempre più persone possano usufruire dei benefici economici del turismo ed evitare il fenomeno del cosidetto “overtourism”, cioè di una forma di sovraffollamento turistico concentrato in pochi luoghi specifici.
Creare un settore dei viaggi migliore di prima in Europa richiederà l’intervento deciso di tutte le parti interessate, tra cui Airbnb. Oggi vogliamo parlarvi dei 5 modi in cui la piattaforma e la community di Airbnb daranno il proprio contributo al grande ribilanciamento dei viaggi europei.
Ridistribuzione del turismo
I viaggi sono cambiati radicalmente a seguito della pandemia: per esempio, la scorsa estate il numero di persone che hanno soggiornato in alloggi Airbnb nella regione francese della Bretagna è stato il triplo rispetto a quello registrato a Parigi. Inoltre, nell’ultimo trimestre del 2020 il numero di ospiti in Sicilia è stato maggiore rispetto a tutti quelli che hanno soggiornato a Firenze e a Venezia messi insieme. Con 5,6 milioni di alloggi in oltre 220 paesi, Airbnb favorisce la dispersione del turismo e crea nuove opportunità economiche per gli host di alloggi situati in aree rurali. La nostra community ha già dato il benvenuto a più di 75.000 nuovi host in zone rurali, i quali hanno guadagnato oltre 250 milioni di dollari dall’inizio della pandemia e, grazie al feedback lasciato dagli ospiti, sappiamo che molti viaggiatori hanno apprezzato l’opportunità di riscoprire i luoghi più vicini a casa loro.
Nell’ambito del nostro impegno a favorire una maggiore ridistribuzione dei viaggiatori e con lo scopo di evitare che il turismo si concentri sempre nelle stesse destinazioni, ci impegneremo a stipulare delle partnership con organizzazioni di marketing turistico in tutta Europa, al fine di promuovere la dispersione dei viaggiatori nei luoghi che più la desiderano, estendendone così i benefici a tutta l’area geografica.
Abbiamo già sottoscritto oltre 100 partnership e collaborazioni con enti di marketing turistico, governi e organizzazioni no-profit, dalla Scozia fino a Siviglia, per sostenere la ripresa economica del territorio, come parte di un’iniziativa avviata nel mese di giugno 2020. Continueremo a fare sempre di più, ad esempio investire in iniziative come il recente Rural Bootcamp, al fine di aiutare sempre più persone a ospitare in queste zone.
Sostegno alla regolamentazione degli affitti a breve termine
Da tempo sosteniamo tale regolamentazione e abbiamo firmato più di 1.000 accordi normativi e fiscali a livello globale, molti dei quali si basano su una semplice e rapida registrazione degli host, come modo efficace per regolamentare gli affitti relativi a soggiorni a breve termine.
Un numero crescente di accordi viene supportato dal City Portal, una soluzione inedita lanciata l’anno scorso, progettata esclusivamente per essere utilizzata da amministrazioni pubbliche ed enti turistici, e che include strumenti quali la registrazione dell’host e la condivisione dei dati con le autorità. Il nostro obiettivo è far sì che questo strumento online sia disponibile per 50 autorità e governi europei entro la fine del 2021.
A livello europeo, abbiamo anche stipulato una partnership per la condivisione dei dati con la Commissione europea per aiutare i governi ad accedere alle informazioni di cui hanno bisogno. Inoltre, stiamo lavorando con responsabili politici di tutti i livelli per mettere in atto le proposte della legge sui servizi digitali dell’UE (Digital Service Act) su come le normative a livello europeo potrebbero fornire un approccio più semplice e meno frammentato. Quest’anno abbiamo già firmato accordi progressivi con i governi di Francia, Grecia e Paesi Bassi, che rappresentano un buon esempio di come procederemo in materia di normative intelligenti in collaborazione con i governi di tutta Europa.
Lotta contro rumori molesti e fonti di disturbo
Offriamo tutto il nostro impegno a favore delle politiche e degli strumenti necessari a garantire la sicurezza degli ospiti e a proteggere le comunità dagli impatti negativi del turismo sulla qualità della loro vita. Il nostro servizio telefonico di supporto al vicinato è ora disponibile nel Regno Unito, in Francia, nei Paesi Bassi, in Irlanda, nella Repubblica Ceca e in Ungheria, e consente di segnalare direttamente a Airbnb questioni relative agli alloggi o al comportamento degli ospiti. A breve lo renderemo disponibile in Spagna, Germania e Austria e nei prossimi mesi lo estenderemo anche ad altri paesi.
Abbiamo anche adottato una serie di misure per impedire che gli alloggi Airbnb vengano utilizzati per organizzare feste, ad esempio la rimozione di quelli che consentono tali eventi, l’introduzione del divieto di creare assembramenti e il controllo delle prenotazioni potenzialmente ad alto rischio. Finora abbiamo sospeso o rimosso oltre 2.700 annunci nel Regno Unito, in Spagna, in Francia e nei Paesi Bassi. Inoltre, abbiamo bloccato più di 400.000 tentativi di prenotazione nel Regno Unito, in Francia e in Spagna.
Una maggiore diffusione dei benefici economici del turismo
Tutti in Europa dovrebbero avere l’opportunità di trarre vantaggio economico dal turismo e noi ci impegniamo affinché la nostra piattaforma continui a favorire ciò. La gran parte dell’economia generata da Airbnb finisce direttamente nelle tasche della gente comune e il 55% degli host in Europa sono donne. Inoltre, gli ospiti che soggiornano in alloggi Airbnb spendono i propri soldi nel quartiere, il che va a vantaggio delle attività locali. A Lisbona, ad esempio, è stato stimato che 100 annunci generano 52 posti di lavoro e portano oltre 2 milioni di euro nelle tasche dell’economia locale.
Vogliamo assicurarci che le autorità colpite duramente dal punto di vista finanziario durante la pandemia possano tassare adeguatamente i ricavi derivati dal turismo, e continueremo a dare tutto il nostro supporto per la riscossione e il versamento delle tasse di soggiorno. In Francia abbiamo versato circa 120 milioni di euro di tasse di soggiorno in 5 anni (dal 2015 al 2019). Abbiamo inoltre accolto con favore gli accordi a livello europeo e globale volti a semplificare la comunicazione del reddito degli host alle autorità fiscali nazionali.
Innovazione turistica
Dalla pandemia sono emerse nuove tendenze che crediamo siano destinate a rimanere nel tempo, e ci impegniamo ad aiutare le destinazioni a trarne vantaggio.
Prendiamo l’esempio del lavoro da remoto: se ormai si può lavorare da qualsiasi luogo, perché non rimanere più a lungo in una destinazione? I soggiorni a lungo termine sono aumentati in misura significativa proprio grazie alla flessibilità offerta dal telelavoro. Coloro che soggiornano a lungo termine hanno la possibilità di immergersi più a fondo e di spendere di più nelle comunità, motivo per cui diverse città e paesi europei cercano di attrarre questo tipo di turismo più a lungo termine. Airbnb può aiutare le destinazioni a sfruttare quest’opportunità, come testimonia la nostra recente collaborazione con Visit Trentino in merito allo smart working.
La pandemia è stata, e continua a essere, un’esperienza terribile per l’umanità, e ci ha fatto capire quali sono le cose davvero importanti: famiglia, amici e persone care. Il desiderio di viaggiare e allacciare rapporti umani è qualcosa di naturale ma, come abbiamo visto durante la crisi sanitaria, può cambiare. Non è detto che in Europa si tornerà per certo al solito sovraffollamento turistico. Ora possiamo prendere la palla al balzo e preservare quei cambiamenti positivi che sono emersi nell’ultimo anno nel settore dei viaggi, al fine di ripristinare il turismo in un modo che si adatti sia alle comunità che ai visitatori.