Un nuovo report: come Airbnb supporta 345.000 posti di lavoro nell’UE
Punti Chiave
- Viaggiare con Airbnb sostiene quasi 345.000 posti di lavoro nell'UE e genera un contributo di circa 19 miliardi di EUR al PIL attraverso la spesa degli ospiti.
- Soggiorni più lunghi, profili degli ospiti in evoluzione e aumento della spesa favoriscono la ripresa economica delle comunità europee.
- La preferenza degli ospiti per soggiorni nazionali e a corto raggio continua a sostenere le nuove tendenze di viaggio.
Punti Chiave
- Viaggiare con Airbnb sostiene quasi 345.000 posti di lavoro nell'UE e genera un contributo di circa 19 miliardi di EUR al PIL attraverso la spesa degli ospiti.
- Soggiorni più lunghi, profili degli ospiti in evoluzione e aumento della spesa favoriscono la ripresa economica delle comunità europee.
- La preferenza degli ospiti per soggiorni nazionali e a corto raggio continua a sostenere le nuove tendenze di viaggio.
Un nuovo report pubblicato oggi da Oxford Economics mostra l’impatto positivo dei soggiorni prenotati tramite Airbnb all’interno dell’Unione Europea, nonché i vantaggi unici che comportano per le famiglie e le comunità del vecchio continente. Il report, commissionato da Airbnb per capire in che modo la pandemia ha rivoluzionato il settore dei viaggi, è il primo in assoluto a considerare l’impatto dei soggiorni prenotati nell’UE tramite la piattaforma e a mettere in evidenza le nuove tendenze che Oxford Economics prevede continueranno almeno sul medio termine.
Sempre secondo quest’ultimo, i viaggi su Airbnb hanno sostenuto quasi 345.000 posti di lavoro, ovvero l’equivalente di 19 miliardi di EUR (21 miliardi di USD) apportati al PIL attraverso le spese degli ospiti su Airbnb nell’arco del 2019, in tutti e 27 gli Stati membri. L’impatto più significativo di Airbnb sull’occupazione diretta si è avuto in Francia (81.000 posti di lavoro), seguita da Spagna (62.000 posti di lavoro), Portogallo (39.000 posti di lavoro) e Italia (35.000 posti di lavoro).
Dall’inizio della pandemia, rispetto agli altri mercati abbiamo assistito a un calo drastico e progressivo del turismo nelle principali città europee*, stimato attorno al 62% nel 2020, contro un complessivo 46% di altre mete per l’intero settore. Spinta dalla diminuzione dei viaggiatori internazionali e d’affari, che in genere prediligono le metropoli, la quota di pernottamenti turistici* delle città dell’UE è passata in totale da un 17% nel 2019 a un 12% nel 2020. Si ritiene che questa percentuale sia scesa ulteriormente all’11% nel primo semestre del 2021 (sulla base di dati effettivi e stimati).
In questo contesto, i viaggi Airbnb nell’UE hanno avuto un buon impatto, che è cresciuto durante la pandemia. Airbnb ha registrato, infatti, un aumento dei soggiorni al di fuori delle città principali quattro volte superiore rispetto al settore nel suo complesso, contribuendo a ristabilirne l’equilibrio in Europa. Secondo Oxford Economics, allo stesso tempo il numero di posti di lavoro nell’UE supportati dai viaggi sulla piattaforma è aumentato a 5,1 per 1.000 ospiti nel 2020, rispetto al precedente 4,7 del 2019 a parità di viaggiatori. Questo è stato possibile grazie a una spesa maggiore e ai soggiorni più lunghi degli ospiti su Airbnb. I dati di Airbnb mostrano che, per durata di viaggio, le prenotazioni a lungo termine di almeno 28 giorni sono la categoria in più rapida crescita su Airbnb e rappresentano il 20% delle notti lorde prenotate nel terzo trimestre del 2021, rispetto al 14% dello stesso trimestre nel 2019.
La tendenza degli ospiti a prenotare viaggi più lunghi nelle destinazioni rurali su Airbnb è sostenuta da un profilo dei viaggiatori in costante evoluzione, che, secondo il report, è sempre più di stampo europeo e maggiormente propenso a soggiornare al di fuori delle grandi città. I dati di Airbnb mostrano che mai come prima d’ora la maggior parte degli ospiti che alloggia presso gli host dell’UE è di nazionalità europea.
Oxford Economics prevede che una ripresa anticipata e più rapida dei viaggi nazionali e a corto raggio rafforzerà queste tendenze sul medio periodo.
“Il settore ha subito una profonda trasformazione e Airbnb sta aiutando sempre più europei a trarre vantaggio dai viaggi nelle loro comunità a un livello senza precedenti. Quello di Airbnb è un fenomeno sempre più europeo: gli ospiti europei generano vantaggi per gli host e le comunità europee che, grazie a Airbnb, riescono a preservare la maggior parte dell’economia generata dai viaggi.
Mentre le alte sfere europee continueranno a prendere decisioni su nuovi regolamenti per le persone che affittano le proprie case, noi proseguiremo a collaborare con i diversi enti territoriali a misure che aiutino gli host a offrire i loro alloggi, a rispettare le normative e a versare le tasse, sulla base della nostra esperienza di cooperazione globale con migliaia di governi e organizzazioni.”
Chris Lehane, Senior Vice President of Global Policy and Communications
La scorsa settimana, Airbnb ha annunciato per la prima volta di aver riscosso e versato oltre 315 milioni di Euro (365 milioni di USD) in tasse di soggiorno in tutta l’UE e che il cambiamento delle tendenze di viaggio ha fatto sì che l’economia generata dai viaggi sulla sua piattaforma, tra cui le suddette imposte, si sia distribuita in modo più ampio nei territori dell’UE rispetto al passato.
Clicca qui per avere accesso al report completo.
* Su un campione di 66 importanti città del database Global City Travel di Tourism Economics