Vacanze in famiglia per staccare la spina? Bisogna – nemmeno a dirlo – ringraziare la mamma: 3 volte su 4 è lei a pensarci e organizzare il viaggio. Che se ne occupi già a Carnevale oppure a scuole finite, la domanda cruciale (“Dove andiamo quest’anno?”) è inevitabile. E se il rito della vacanza si perpetua, qualcosa è cambiato: oggi il parere dei più piccoli è sempre più importante (67% del campione), così come cruciali sono la consapevolezza delle esigenze della famiglia allargata e il ruolo dei social network che hanno soppiantato la vecchia cartolina. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Airbnb e Fattore Mamma su un campione di 1.426 mamme italiane, che ha indagato i programmi delle famiglie per la prossima stagione estiva, scoprendo alcune nuove tendenze e anche qualche inossidabile conferma.
Vacanza in famiglia… All’italiana
Viaggiare in famiglia significa ancora per lo più raggiungere un luogo di villeggiatura. Il 67% delle mamme dichiara che viaggio a parte il programma per quest’anno è di alloggiare l’intero periodo nello stesso luogo. 3 famiglie su 4 hanno scelto di pianificare le vacanze in Italia, mentre il 25% sceglierà di viaggiare all’estero. Per l’85% si tratterà di un periodo di 1-2 settimane; solo una minoranza (15%) si permetterà fino a 3 o 4 settimane fuori casa. Per raggiungere la destinazione, il 67% utilizzerà l’auto. Se un quinto (22%) opterà per l’aereo, il grande sconfitto dell’estate è il treno: solo il 3% delle mamme farà rotta verso la stazione ferroviaria alla partenza. Destinazione villeggiatura: Emilia-Romagna (13%), Puglia (12%), Sardegna (11%), Toscana (10%) e Sicilia (9%).
Mamme Planner e Mamme Last Minute
Altro che estate: ricerche di offerte, persuasioni familiari e prenotazioni sono sempre di più incombenze invernali. Per la ‘mamma planner’ la classica vacanza agostana è oggetto di studio, persuasione familiare e prenotazione anche 5-6 mesi prima della partenza, o comunque almeno 3-4 mesi (66%). Ma c’è anche la mamma last-minute (1 su 3), che prima della fine dell’anno scolastico le vacanze non riesce proprio a organizzarle (da 30 a 60 giorni prima della partenza), con l’11% del campione che dichiara di riuscire a sistemare la pratica a meno di 30 giorni dalla partenza.
Per il 54%, lo spunto per cominciare a guardarsi attorno viene a seguito di consigli di amici, mentre per il 30% sono le recensioni online a ispirare la ricerca. Il 18% si lascia ispirare da articoli e informazioni promozionali su giornali, TV oppure online. Cruciali per la scelta risultano in ogni caso la posizione strategica dell’alloggio (79%) e le dotazioni della sistemazione, come la disponibilità di una cucina e la dimensione degli spazi comuni (36%).
Presto o tardi che ci si muova, la prenotazione finale è mamma: il 75% dichiara di effettuare l’acquisto del viaggio in prima persona, con solo il 23% a lasciare l’incombenza al partner oppure a delegare qualcun altro (2%).
Quando a scegliere sono i bambini
Tra i fattori più importanti nell’orientare la scelta ci sono che l’alloggio scelto sia funzionale ai bisogni della famiglia (25%), che il prezzo non sia eccessivo (23%), e che il viaggio consenta di visitare posti nuovi (14%). Ma la condizione fondamentale risulta essere che la destinazione sia di gradimento per tutta la famiglia, bambini compresi (37%). Così, se una volta la scelta della meta era una discussione di coppia, oggi a sorpresa sono i bambini, anche piccoli, a essere protagonisti e a dire la loro.
Il 51% spiega anche ai più piccoli (sotto i 3 anni) dove si andrà e quale saranno i ‘giochi’, mentre il 16% dice di mostrare loro foto della destinazione o di tenere conto dei loro desideri. Un 34% ammette invece di non coinvolgerli perché ancora troppo piccoli.
“Stiamo assistendo a un processo di democratizzazione dei processi decisionali famigliari: ad un modello autoritario tradizionale, si è sostituito un modello di co-decisione dapprima entrambi i componenti della coppia, poi, e in misura crescente anche i figli, anche piccoli”, spiega Carla Facchini, Professore Ordinario di Sociologia della Famiglia, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca. “Questo vale in generale, dalla decisione dei cibi da cucinare, all’acquisto di beni più impegnativi, ma vale ancor di più per le vacanze che spesso costituiscono, per i genitori, un’occasione importantissima per investire nel rapporto coi figli, sia perché durante l’anno si è impegnati nel lavoro, sia perché, in un un numero crescente di casi, si è separati e non si vive quindi più la quotidianità del rapporto.Certo questa co-decisionalità può essere, come tutte le contrattazioni, faticosa e, talvolta, comportare conflitti, ma, nella maggior parte dei casi, rafforza, come tutti i processi di democraticizzazione, il senso di coesione e di identità collettiva.“
Vivere la destinazione
Sempre più importante per le mamme è quello di assicurarsi che la vacanza sia un’occasione per la famiglia e per i figli di immergersi nella cultura locale, favorendo una dimensione sociale, specialmente con persone del posto. Così, il 30% dichiara di preoccuparsi che l’intrattenimento permetta ai propri bambini di interagire con i coetanei, anche affidandosi a strutture che prevedano attività organizzate per i più piccoli (16%) o per tutta la famiglia (13%). Il 37% si preoccuperà invece in prima persona di organizzare le attività di intrattenimento dei figli.
Famiglie nuove e… Allargate
Vacanze con la famiglia… Ma quale? Non ci sono solo mamma, papà e bambini. Con la società cambiano anche dimensioni ed esigenze del nucleo famigliare, che si allarga oppure si restringe. 1 mamma su 4 ha spiegato che partirà sola con i bambini, con un altro parente, e in alcuni casi anche degli amici.
Postare o non postare?
C’era una volta la cartolina, che complice i tempi postali arrivava ai nonni successivamente al ritorno a casa dei nipoti. Oggi il tradizionale saluto dalle vacanze è affidato a social network come Facebook e Instagram e alle piattaforme di instant messaging come WhatsApp. Che fare? Sul punto le mamme sono discordi. Per il 39%, in vacanza meglio stare online il più possibile. Per altre però, ai social (41%) o alla chat (21%) non si rinuncia. Spaccatura netta anche sull’opportunità di condividere immagini dei bambini ai propri contatti: il 22% posta infatti sui social, ma non foto dei figli, mentre il 20% non in merito non si fa problemi.