Progressi sulle regole dell’UE in materia di affitti brevi

Airbnb accoglie con favore i progressi sulle norme europee in materia di affitti brevi (STR), che segnano un passo avanti verso regole più chiare, coerenti e armonizzate per tutti gli host del continente.

Nel dicembre dello scorso anno, la Commissione europea ha presentato una proposta di normativa a livello europeo in merito agli affitti brevi, che consentirebbe alle autorità un migliore accesso ai dati attraverso un quadro armonizzato di condivisione, a condizione che le norme locali siano chiare e semplici da seguire per tutti gli host.

La posizione raggiunta oggi dal Consiglio dell’UE apre la strada ai negoziati con la Commissione europea e il Parlamento per finalizzare, nel corso dell’anno, le nuove norme. In questo modo molti cittadini europei potrebbero avvalersi dei benefici dell’ospitalità in casa, opzione dalla quale sono al momento esclusi a causa di regolamentazioni locali frammentarie e sproporzionate, spesso concepite in funzione di operatori turistici su larga scala.

“Salutiamo con favore i progressi compiuti sulle normativa in materia di affitti a breve termine, una buona notizia per il turismo nell’UE e per molti host che condividono le loro case per avere un’entrata extra e sostenere il costo crescente della vita. In futuro speriamo l’UE voglia focalizzare la discussione su quelle norme locali sproporzionate che minano il mercato unico e impediscono a molti europei di condividere le proprie case e di trarre beneficio dall’ospitalità.”

Georgina Browes, Head of EU Public Policy di Airbnb.

Airbnb ha da tempo lanciato un appello per l’adozione di norme in materia di affitti brevi a livello europeo e ha sollevato una serie di punti in risposta alla bozza di proposte dell’UE per contribuire a garantire l’efficacia del regolamento:

  1. Semplificare la condivisione dei dati: Airbnb è favorevole e auspica la creazione di un portale di condivisione dei dati unico per le piattaforme europee attraverso il quale i dati possano poi essere condivisi con gli Stati membri. Il tutto per evitare  che l’attuale proposta aumenti il rischio di frammentazione introducendo 27 Data Entry Point “dedicati”.
  2. Un ruolo più attivo per la Commissione: Airbnb accoglie con favore la proposta che definisce i principi per una registrazione proporzionata a livello locale e nazionale. La piattaforma sostiene un ruolo più attivo della Commissione nella valutazione e nella verifica della proporzionalità dei sistemi di registrazione, che contribuirebbe a garantire una maggiore coerenza nell’applicazione delle norme UE e un’esperienza più equa per i cittadini europei.
  3. Contrapposizione alle normative sproporzionate: in alcune zone dell’UE, come a Barcellona e a Bruxelles, le complesse norme sugli affitti brevi limitano la possibilità per gli host di beneficiare dell’home sharing, anche se condividono una stanza privata nella loro abitazione principale. Attualmente, la proposta non affronta questi casi, nei quali  normative locali sproporzionate vanno oltre i sistemi di registrazione. Airbnb ritiene che tali norme vadano contro i principi della Direttiva sui servizi e che gli Stati membri e le autorità locali debbano fare di più per garantire la conformità delle norme, pena l’intervento della Commissione.

Nella zona dell’UE sono presenti oltre 1 milione di host Airbnb – più che in qualsiasi altro continente al mondo – e quasi tre quarti di loro mettono a disposizione solamente un appartamento. L’Host tipo guadagna poco più di 3.000 Euro* all’anno – pari a due mesi di stipendio in più per la famiglia mediana della zona UE – e più del 40% afferma che questo guadagno extra è un aiuto per sostenere l’aumento del costo della vita**.

* Dati riferiti al 2021. Circa 3.225 Dollari.
**Si basa su un sondaggio Airbnb su oltre 36.000 host con prenotazioni tra il 1° giugno 2021 e il 31 dicembre 2021 e intervistati tra il 17 febbraio 2022 e il 31 marzo 2022. Il margine di errore è inferiore al 2%.