Fabrizio, Roma

Nella cucina dell’appartamento di Fabrizio a Roma c’è un grande mappamondo dove ogni nuovo ospite della casa scrive a matita il proprio nome vicino alla città di provenienza. Poi Fabrizio scatta il selfie di rito, che finisce in un album dei ricordi nel suo smartphone. Lui lo mostra orgoglioso. Dal 2014 ha abbracciato l’home sharing e anche quest’anno non è voluto mancare a Open, dove lo abbiamo incontrato, per imparare qualcosa di nuovo dal confronto con gli host di tutto il pianeta. Fabrizio è molto attivo nel nuovo Home Sharing Club romano e qui, a Los Angeles, porta la sua esperienza, con un occhio al sociale. Nel piano del condominio dove vive e condivide una camera ci sono altri quattro appartamenti, spesso con diverse stanze vuote. A lui piacerebbe coinvolgere i vicini nella sua passione per lo sharing. Sente di avere aperto una strada che può essere positiva per la sua zona e per il suo quartiere.

“Mi piacerebbe che anche i miei vicini di casa, ognuno nelle proprie possibilità, aprissero le porte a dei visitatori. Capisco sia una bella responsabilità. Quando arrivano i miei guest io mi sento in dovere di farli stare al meglio, di assicurarmi che si divertano, di dargli i consigli giusti per conoscere Roma come la conosco io. Io ci metto calore e positività. Le persone che ti scelgono senza conoscerti meriterebbero un premio! Ma quando poi vedi il ritorno, in termini di amicizia, della tua accoglienza, ti senti bene. Per questo consiglio a tutti di provare l’home sharing. A chi pensa che non si metterebbe mai in casa degli estranei dico che bisogna ribaltare la prospettiva. Non sono estranei: sono amici possibili, amici che devono ancora diventarlo”.