I dipendenti di Airbnb diventano nomadi digitali

Fine della pandemia e ritorno alla normalità sul posto di lavoro? Non per i dipendenti di Airbnb, la piattaforma globale di viaggio, a cui il CEO Brian Chesky, nomade digitale proprio su Airbnb dal gennaio 2022, ha comunicato che saranno liberi di rientrare in ufficio… Oppure no. Secondo Chesky il mondo è cambiato, e per aiutare le destinazioni a cogliere l’opportunità dello smart working ha annunciato un programma di collaborazione per creare la giusta infrastruttura per ospitare i nuovi lavoratori da remoto nelle località che sceglieranno di aderire.

Da impiegati a nomadi digitali

Diversamente da chi ha scelto il ritorno alla normalità (tutti in ufficio), optato per soluzioni drastiche (tutti da remoto e sedi chiuse), o imposto soluzioni ibride (tot di giorni in sede e tot da fuori, senza possibilità di sgarrare), ciascun dipendente di Airbnb – Oltre 6.000 persone sparse in 27 città intorno al mondo, ma al lavoro da remoto ormai dal marzo 2020 – avrà piena libertà di organizzarsi e scegliere se continuare a optare per lo smart working o se frequentare di più le sedi aziendali, semplicemente prenotando una postazione di lavoro.

Airbnb lavora in un settore dove gli scambi interpersonali sono vitali”, ha scritto Chesky in una lettera ai dipendenti. “L’ideale sarebbe riuscire a unire il meglio del digitale e della vita in presenza, l’efficienza della videoconferenza e le relazioni che si creano solo quando le persone siedono insieme. Abbiamo trovato una soluzione che crediamo offra il meglio di entrambi i mondi”, ha spiegato Chesky.

L’iniziativa di Airbnb si basa su alcuni elementi principali:

  1. I dipendenti potranno scegliere in qualsiasi momento di lavorare da un ufficio oppure da casa;
  2. A fronte della possibilità di spostarsi ovunque a livello nazionale, la retribuzione resterà invariata;
  3. Verrà data facoltà anche di viaggiare e lavorare all’estero;
  4. L’azienda organizzerà diversi momenti di incontro nel corso dell’anno.

L’iniziativa Live and Work Anywhere

Il nuovo trend del lavoro da remoto è un’opportunità per il settore turistico, come i dati della stessa Airbnb sui soggiorni a lungo termine suggeriscono: l’azienda ha registrato negli ultimi due anni una crescita del 15% circa nella durata media delle prenotazioni, con i soggiorni superiori a 7 giorni ora a rappresentare circa la metà delle notti prenotate. Inoltre:

  1. 1 notte su 5 prenotata nel terzo trimestre del 2021 ha riguardato soggiorni di 28 giorni o più;
  2. I soggiorni di 28 o più notti restano la categoria a maggior crescita e hanno rappresentato il 22% delle notti nell’ultimo trimestre del 2021, in crescita del 16% rispetto all’ultimo trimestre del 2019;
  3. Quasi il 50% delle notti prenotate nel terzo trimestre del 2021 riguardava soggiorni di almeno sette giorni, rispetto al 44% del 2019.

Chesky ha dunque annunciato Live and Work Anywhere, un programma di collaborazione per i territori, gli enti locali e le aziende di promozione turistica per trasformare le destinazioni in veri e propri “hub” per nomadi digitali. Una task force interna composta  da varie funzioni da mettere a disposizione dei partner per preparare il terreno ai nomadi digitali e rivitalizzare le comunità locali anche al di fuori delle destinazioni turistiche tradizionali e dell’alta stagione.

La flessibilità è diventata parte integrante della cultura di molte aziende, e pensiamo di poter fare da ponte fra queste e le destinazioni. Da una parte, abbiamo oltre il 90% degli annunci in piattaforma prenotabili a lungo termine. Dall’altra, abbiamo maturato esperienza su cosa serve a chi lavora da remoto, soprattutto se si parla di permessi e questioni fiscali. Infine, abbiamo già all’attivo numerose collaborazioni con enti pubblici in tutto il mondo, e sono molti i luoghi che vorrebbero attrezzarsi per accogliere chi sceglie di lavorare da remoto”, ha spiegato Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia.

Con questa proposta  Airbnb, che ha avviato la raccolta di candidature degli enti sul sito dedicato, si impegnerà a fianco delle destinazioni partner per:

  • Creare landing page informative, ad esempio con tutto quello che c’è da sapere in materia di permessi e visti per il viaggio e il soggiorno;
  • Promuovere e accrescere l’offerta di alloggi a prova di nomadi digitali sul territorio e fra la propria community di host;
  • Lanciare campagne di comunicazione per dare visibilità alla destinazione, insistendo sull’ospitalità responsabile e promuovendo questa nuova idea di viaggio.

Maggiori informazioni sulla campagna Live and Work Anywhere o su come candidarsi in qualità di destinazione partner dell’iniziativa sono disponibili su: www.airbnb.it/lavoraovunque.

1Based on our Compact study.